Canti di Terra


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Lo spettacolo racconta con canto e narrazione storie del popolo italiano, di lavoro e resistenza,  utilizzando la polifonia a due voci. Sono canti della tradizione popolare italiana che non possono essere dimenticati perché erano e sono la testimonianza della cultura popolare e della storia  delle classi subalterne, perché parlavano e parlano di valori universali, di giustizia, di pace e di lavoro. Servono oggi come allora per ricordare che un paese non è chi lo governa, ma è chi lo vive.

 

Con Mara Calcagni e Raffaele Schettino

 

Raffaele Schettino e Mara Calcagni, sono attori che uniscono la loro formazione attoriale (con maestri dell’Odin Teatret di Eugenio Barba, del Bouffes du Nord di Peter Brook - Mamadou Dioume, Jean-Paul Denizon, Cesar Brie, Naira Gonzalez, Augusto Omolù – e col Grotowski Institute) a quella musicale e di canto. Collaborano con la Scuola di Musica di Testaccio a Roma, studiando tromba, trombone e tecniche vocali. In particolare collaborano attivamente con il Coro polifonico di estetica del canto contadino e con il Coro polifonico degli inni di lotta, entrambi diretti da Giovanna Marini. Il coro si occupa di ricercare sul campo canti di tradizione orale (profani e della vecchia liturgia), con specifici viaggi di ricerca, finalizzati a valorizzare sul territorio tali manifestazioni secolari che ormai stanno sparendo, a causa di un’omologazione delle armonie della musica cd. leggera che ne stanno coprendo le specificità regionali. La metodologia consiste nel registrare sul campo i canti e studiarli trascrivendoli in partiture a più voci (polifonia). L’operazione di trascrizione in partiture musicali da una parte non può essere fedele in quanto il sistema temperato occidentale non dà la possibile di ‘imprimere’dettagli armonici (quarti di tono, approcci, durate variabili delle note, melismi) né tanto meno di ricreare il contesto rituale in cui i canti vengono eseguiti in comunità. Riguardo alla prima considerazione, si è deciso di seguire questa linea metodologica una volta preso atto del fatto che la cultura di oggi si basa sulla carta scritta e il modo di trasmissione più logico e più funzionale è proprio quello della carta scritta, senza la quale difficilmente tali canti potrebbero essere trasmessi: dato che l’obbiettivo principale della ricerca è la trasmissione di Memoria Storica - e il popolo, nei secoli, ha sempre comunicato attraverso il canto – si è deciso di pagare tale prezzo ovvero di incorrere nell’inevitabile semplificazione della carta scritta, cercando di rimanere più fedeli possibile alle armonie dei brani registrati, caratterizzati da specifici ‘Modi’ musicali.www.aparadisiac.com

I materiali provenienti da disparte parti d’Italia, dagli ’50 ad oggi, e testimonianza della cultura orale popolare fin dal secolo precedente, sono stai registrati dal vivo da Giovanna Marini, Gianni Bosio, Ernesto de Martino, Diego Carpitella, Sandro Portelli e nei viaggi di ricerca del Coro di Testaccio costituiscono la materia viva di studio e lavoro, oltre al costante aggiornamento attraverso i viaggi di ricerca ‘sul campo’.

Il Coro effettua concerti sistematicamente. Tra le varie date ricordiamo: Auditorium-Santa Cecilia di Roma, Teatro Ghione, Teatro Fellini, (Francia) Festival di Metz, Museo Pigorini, Teatro Morlacchi. 

L’associazione culturale Groucho Teatro ha sede presso il Circolo Gianni Bosio, centro di ricerca etno-musicologica fondato a Roma nel 1975 (diretto da Sandro Portelli) sede della scuola di musica dove, fra gli altri, insegnano Patrizia Nasini, Sara Modigliani, Lucilla Galeazzi e sede dell’Archivio Coggiola, dell’Istituto Ernesto de Martino.